La masseria fortificata di Bordonaro Soprano

di Salvatore Farinella©, testo (rivisitato e aggiornato) pubblicato in S. Farinella, Bordonaro Soprano. Agonia di un monumento, Quaderni di Progetto Gangi 1993, in S. Farinella, Gangi: una masseria in pericolo a Bordonaro Soprano, Bollettino nazionale Italia Nostra n. 354, 1999, in S. Farinella, Gangi. La masseria fortificata di Bordonaro Soprano, Espero n. 2/maggio 2007 

La masseria e la torre di Bordonaro Soprano (foto S. Farinella©)
La masseria e la torre di Bordonaro Soprano (foto S. Farinella©)

La masseria fortificata

 

Secondo alcuni studiosi, la tipologia edilizia della masseria fortificata trae origine - e allo stesso tempo ne costituisce il naturale sviluppo - dalla “corte romana”, struttura a metà fra la villa sub urbana e la villa rustica vera e propria, elemento funzionale centrale della centuria, il latifondo di età romana (8). Questa tipologia assunse rilevante importanza in periodo arabo, allorquando i Musulmani iniziarono a costruire, sul territorio siciliano, i casali fortificati - rahal o menzil -, ma ebbe massima diffusione nel territorio dell’entroterra isolano con l’arrivo dei Normanni quando, in seguito all’introduzione del feudalesimo, si rese necessaria la costruzione di strutture territoriali che, oltre a permettere il controllo amministrativo del feudo, la dimora permanente o temporanea e lo svolgimento delle mansioni rurali, assicurassero e garantissero la difesa e la sicurezza dei contadini durante le continue lotte feudali. Vere e proprie fortificazioni - a volte con le dimensioni del borgo capace di ospitare fino a 30 famiglie - le masserie feudali fortificate sorgevano spesso in posizioni eminenti, dalle quali poter controllare tutto o gran parte del territorio del feudo, e non molto distanti dalle trazzere al fine di assicurarsi i collegamenti con altre masserie e con il centro abitato.

L’aspetto esteriore di tali complessi era quello di luoghi fortificati, in permanente stato di difesa, con alte mura di cinta e con rare finestre, mentre una torre assicurava il controllo del territorio e della viabilità.

 

La torre di Bordonaro Soprano (foto S. Farinella©)
La torre di Bordonaro Soprano (foto S. Farinella©)

La planimetria delle masserie fortificate veniva per lo più adattata all’orografia del terreno che spesse volte presentava un supporto fisico particolarmente tormentato: la corte racchiusa dalle mura di cinta - il cosiddetto baglio, termine derivante secondo alcuni dal francese baule, luogo chiuso da mura ma a cielo aperto o, secondo altri, dall’arabo bahah, cortile - era generalmente di forma quadrangolare e disimpegnava gli edifici su di essa prospicienti. La presenza della torre quale elemento di difesa e, allo stesso tempo, simbolo del potere feudale, rendeva la masseria del feudo luogo sicuro e privilegiato sia per il nobile proprietario che per i suoi sottoposti e per il personale addetto alla conduzione della masseria stessa.

Non è improbabile che la masseria fortificata di Bordonaro Soprano possa essersi sviluppata attorno a una torre di epoca normanna: il luogo era infatti strategico durante la riconquista dell’isola intrapresa nel 1061 da Ruggero de Hauteville, posto com’era lungo la vallata del Fiume Gangi in una posizione di spartiacque fra le Madonie (a nord) e la vallata che si apriva verso la roccaforte di Castrogiovanni-Enna. Il sito era inoltre ubicato sulla strada che dallo snodo della via Francigena alle falde del monte Marone (oggi contrada Piano Ospedale) - la strada utilizzata dalle truppe normanne durante gli spostamenti - conduceva proprio a Enna: una posizione dunque ottimale per il controllo dell’arteria viaria durante le operazioni belliche.

Dal XVI secolo, in seguito a una rinnovata riconquista delle campagne siciliane, le torri agricole trovarono la loro massima diffusione sul territorio dell’isola: nell’agro palermitano, ma anche nei territori interni della Sicilia, esistono tutt’oggi numerosi esempi di edifici turriformi ad uso agricolo. A tale proposito così vengono descritte queste strutture dal Bellafiore: «Sono in genere a pianta quadrata o leggermente rettangolare, misurano pochi metri di lato e si sollevano in altezza una decina di metri. Composte di due o tre piani, presentano quello inferiore totalmente chiuso per ragioni di sicurezza ed accessibile dall’interno del secondo piano mediante una botola … Nel secondo ordine e, quando esisteva, nel terzo, si aprono esigue finestre rettangolari. La copertura è a terrazzo ed è fornita di merli e caditoie. Volte o solai lignei separano in orizzontale i piani … quasi del tutto scomparse sono le case che erano da presso … E’ presumibile che esse formassero un baglio, cioè un basso edificio, con grande cortile in centro, il più delle volte anch’esso merlato e fortificato» (9).

L’abolizione del feudalesimo prima (1812) e la riforma agraria degli anni ’50 del Novecento che frazionava ulteriormente i grandi latifondi poi, insieme alla perdita di interesse da parte dei proprietari nei confronti delle loro tenute, costituirono le cause determinanti del progressivo abbandono delle strutture architettoniche insistenti negli antichi feudi.

Il complesso architettonico di Bordonaro Soprano costituisce una delle poche testimonianze dell’architettura feudale siciliana del ‘500 ancora esistenti nel territorio madonita, pur nella sua precaria condizione strutturale: l’antico insediamento feudale è infatti ridotto in rovine, essendo crollati tutti i fabbricati e i muri di cinta che racchiudevano il baglio fortificato. Unica superstite, ma in grave pericolo di crollo, è la torre che svetta ancora sul costone roccioso, quasi a sfidare l’ingiuria del tempo e l’incuria dell’uomo.

 

Planimetria della masseria fortificata di Bordonaro Soprano (disegno S. Farinella©): 1 torre - 2 edifici abitativi - 3 edifici di servizio
Planimetria della masseria fortificata di Bordonaro Soprano (disegno S. Farinella©): 1 torre - 2 edifici abitativi - 3 edifici di servizio

 

Il complesso architettonico

 

Arrivando da Gangi, la masseria fortificata di Bordonaro Soprano si presenta alla vista solitaria sul costone roccioso di Pizzo Croce sul quale si erge la torre. Appena giunti ai piedi della fortificazione, qualche anno fa si aveva la sensazione che il tempo non fosse mai trascorso: l’aria che si respirava ammirando la torre merlata e il complesso racchiuso dalla cinta muraria sembrava ancora quella del ‘500 e ci si aspettava di incontrare, da un momento all’altro, il feudatario che con la sua scorta arrivava per ispezionare la sua tenuta. Oggi purtroppo la maggior parte del complesso architettonico è in rovina, crollato sotto il peso dei secoli e dell’incuria.

Dalla sommità della collina è possibile cogliere, in un solo colpo d’occhio, tutto l’organismo architettonico di Bordonaro Soprano. Il recinto fortificato, di forma pressoché quadrangolare allungata e aderente alle asperità della roccia, ospitava al suo interno alcune strutture rurali distinte in due gruppi funzionali: gli edifici per la residenza, che accoglievano gli alloggi del proprietario o dell’amministratore della masseria e gli alloggi dei sottoposti, e gli edifici di servizio costituiti da magazzini, depositi e stalle. Su tutto il complesso, isolata ed emergente, domina ancora la torre mentre all’esterno della cinta muraria trovavano posto gli ingrottati, i pagliai e altre strutture di servizio alla masseria. La cinta muraria circondava interamente l’organismo architettonico rendendolo compatto e protetto da eventuali attacchi esterni.

 

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Note

 

8 - Cfr. F. Gaudioso, Appunti sulle Corti rurali della Sicilia sud-orientale, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», serie VII, vol. V, 1940.

9 - G. Bellafiore, Architettura in Sicilia 1415- 1535, Palermo 1984, passim.