Tradizioni popolari e memorie etnoantropologiche

Tipica casa tradizionale gangitana (foto S. Farinella©)
Tipica casa tradizionale gangitana (foto S. Farinella©)

Tradizione e memoria sono i due termini che racchiudono l’idea del patrimonio culturale antropologico di una comunità, ossia quel complesso di eredità materiali e immateriali che hanno caratterizzato in un passato più o meno recente una collettività, diventando di essa identità.

Il termine “tradizione” deriva dal latino tradere - composto da tra = oltre e dare = consegnare - e vuol dire “trasmettere oltre”: stando ai dizionari, «la tradizione è ciò che viene trasmesso, come un’eredità … [sebbene sia] necessario discernere ciò che di maturo e prezioso è da mantenere da ciò che va abbandonato … [perciò] la tradizione è ciò a cui l’uomo tenta di affidare il proprio oltre, in cui cerca di individuare la propria identità facendola così sopravvivere a sé stesso».

L’altro termine, “memoria”, ha che fare col ricordo e indica «sia la capacità di conservare traccia di informazioni relative a venti, immagini, sensazioni … sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanti sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registrare e successivamente di richiamare informazioni»: per memoria si intendono anche le «tracce che persone o fatti lasciano nella mente degli uomini … ogni scritto, cimelio, monumento che costituisca documento storico, a cui sia affidato il compito di perpetuare una tradizione» (Dizionario Enciclopedico Trecani). 

Le nostre tradizioni, molto antiche, si consolidano in quel periodo a cavallo degli ultimi due secoli, ossia dal 1850 al 1950: un secolo in cui le tradizioni popolari ed etnoantropologiche dei secoli precedenti trovano il proprio definitivo assetto, divenendo eredità materiale e immateriale di cui oggi resiste ancora la memoria.

In questa sezione del sito si progongono alcuni testi inediti (tratti da un lavoro in corso di preparazione) sulle consuetudini, gli usi, i costumi, gli antichi “saperi” culinari di un mondo oramai scomparso, un modus vivendi della comunità basato e regolato prevalentemente dalla vita agreste: una ricerca storica accurata, documentale e orale, che cerca di ricostruire nei minimi dettagli lo spaccato della vita quotidiana di quel periodo, il lavoro legato alla campagna ma anche alle attività di paese, la spontaneità dei bambini nei giochi di strada, la memoria orale, le abitudini quotidiane, i momenti che si fanno rito e naturalmente le abitudini gastronomiche ispirate alla civiltà contadina.